Il Mercatino dalle 1000 aspettative

01.04.2021
Mercato di San Pedro, Cuzcó, Perù.

Mercato di Chichicastenango, Guatemala.
Mercato di Bouakè in Costa D' avorio, Africa.
Su questi 3 mercati mi ero concentrata particolarmente, per le innumerevoli immagini provenienti dal web. Colori, odori, sensazioni tattili che mi sembrava di sentire guardando le immagini di questi mercatini poveri del mondo.
Questo trasporto era lo stesso che avevo quando "u carriceddu" arrivava a Marcedusa, mio paese d' origine a portare indumenti e suppellettili varie, "pisciatureddi", venivano chiamati scherzando dai nonni, ovvero pentole di ogni forma e dimensione.
Presi un completo per l' occasione con gonna a campanella, bolerino, un body verde scuro, molto di moda negli anni '90. Mi credevo cosí grande, già una piccola signora da volerlo indossare subito. Quel carretto era decisamente il centro commerciale più incredibile che avessi mai visto. Guardavo ad occhi spalancati il suo contenuto. Volevo acquistare tutto! Crescendo poi attraversai il mercatino del Giovedí del paese che ci accolse, Botricello, che pur avendo diversi chioschi al suo attivo, con mercanzie diverse, non riusciva più a darmi la stessa sensazione del vecchio carrettino. Più roba, meno sogni. Più economia, meno cultura. Al mercatino del giovedí si potevano comunque trovare suppellettili "in landia"(alluminio), prodotti tipici come la soppressa, il pecorino, il baccalà sottosale, indumenti e biancheria intima, tovaglie e lenzuola per il corredo delle ragazze, scarpe, oggettistica. Andando avanti negli anni, purtroppo, il mercatino ha perso il suo valore originario per diventare un semplice corso del commercio paesano dallo scarso valore culturale e di folklore, gli stessi commercianti hanno risentito della forte crisi dell' indotto. Senza contare che l' ondata dei centri commerciali degli anni 2000 ha riversato i consumatori della provincia nei centri urbani del capoluogo o delle Metropoli fuori regione, uccidendo l' intero commercio della bottega locale " 'a putiga". Ciò ha accresciuto solo apparentemente il nostro benessere, la nostra anima piange  ancora "u carriceddu" e "a putiga".
Piangiamo l' occasione di incontrare comari e compari, scambiare pettegolezzi e recitare la nostra parte nello spazio culturale del mercatino locale.
Il sogno del carretto e del mercatino, però, continua a perdurare nella mia fantasia, nei sogni di bambina. Porto avanti senza pretese il progetto di un mercatino fantasioso creato dallo slancio dell' immaginazione e dalle mani sapienti di chi vorrebbe favorire la qualità alla quantità, la cultura calabra del Marchesato a quella di massa del Mac Donald' s e dei grandi centri commerciali (a cui comunque auguro lunga vita).
Workshop land è quello spazio culturale che vorrebbe positivamente rientrare nel territorio e renderlo prolifico di storia e leggenda. Di sapere e immaginazione.

 

 

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