L' ultima Estate. Il Brodo di giuggiole.

18.09.2021
Uva moscato, mela cotogna, giuggiola scura...rendetemi un brodo buono in cottura!!! E se non é dei tempi dell' inquisizione questa ricetta, é comunque tra le piú antiche.

L' estate sembra di voler terminare in bellezza, nasconde un poco i suoi frutti e fa l' occhiolino all' autunno, inchina la sua lunga stola di foglie e poi se ne va compiaciuta.
Ortaggi, frutta e verdura in quantità con i suoi pomodori, tondi e rossi o verdastri e tutti increspati, i fagiolini, peperoni e peperoncini, le percocche...i cocomeri.
Estate, che abbondanza, che ricchezze. Ma ora è il tempo di tornare al lavoro e allo studio, é tempo di buoni propositi, ripartiamo sempre da qui, dalla vendemmia, dalle prime mele cotogne e soprattutto da lei...la principessa della nostra ultima composta estiva, la giuggiola. Frutto inconsueto, quando matura, da verde diventa marrone e pare già passata da un pezzo, invece é lucida, intatta e ha la forma di una piccola pera.
La giuggiola, questa sconosciuta! Nel cestello giapponese suda con il moscato e la cotogna sino a perdere appena appena la sua consistenza, poi ripassata e in padella con una bella presa di zucchero a caramellizzare qualche minuto...
Più che brodo ( ottenuto con la distillazione della loro bollitura), otterremo una splendida composta da abbinare a piatti dolci e salati.
Certo, gli esperti diranno...ma il brodo? Munitevi di un alambicco con un fornelletto e tentate la distillazione...probabilmente il risultato sarà simile ad un passito o ad un moscato liquoroso. Con la fermentazione naturale nel mosto d' uva dovrebbe dare una nota dolce e setosa che rende il palato grato...felice. Da qui la frase famosa " andar in brodo di giuggiole".  Anche la giuggiola, in tempi carenti, ha rappresentato fonte di nutrimento: zuccherina, sfiziosa, mimetizzata tra le foglie dell' alberello che la produce, ci porta indietro, al tempo dei viandanti del commercio e a quando smontavano da carro e cavallo per spiluccare qualche giuggiola e ricordare casa, ormai lontana dietro monti e fortezze abbandonate.

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