Mostro Contemporaneo

22.04.2022
Spazio, dimensioni, comunicazione. Come interpretare il contemporaneo? Nell' arte come nella realtà offrire chiavi di interpretazione vuole dire essere consapevoli di ciò che siamo.E forse poter dare alla luce la possibilità di un uomo diverso, un uomo molto piccolo, un uomo molto grande, un uomo impenetrabile, un uomo in prospettiva, ci rende l'idea di come la staticità della situazione storica e politica, sofferta come non mai dalla Calabria, cuore del Mezzogiorno, non comprometta un cambiamento profondo dei mondi individuali. La visita al Marca ( Museo di Arte Contemporanea) di ieri, mi ha comunicato un'impressione universale di cambiamento. E la realtà rappresentata, per quanto statica dal punto di vista materiale e fisico, possiede un movimento intrinseco delle singole forme animate.Cerco di spiegarmi. Al piano terra, l'artista Giuseppe Spatola, ci offre, all'interno del vasto alveo della mitologia e dell'immaginario, esseri mostruosi in mini mondi, frutto della loro stessa creazione.L'uomo con la lingua di vipera e una bestia primitiva scolpita nel cranio, simbolicamente rappresenta il malvagio che sfrutta la comunicazione per distruggere, anziché costruire, fingendosi opportunamente ed intellettualmente un uomo fine.L'uomo-creatura seduto alla base del suo impero in stile sultanato, ovvero, un uomo chiuso nella piccola dimensione del suo interesse economico o del suo potere politico e professionale.Lo gnomo- visnù, l'uomo piccolo che si crede un Dio e medita, nel piccolo scrigno in cui è posto, il piano malvagio che lo porterà alla ribalta.Creature del mito cinematografico contemporaneo, come Venom, Alien, Devil, chiusi nei " vasi canopi", vasi in cui gli antichi egizi conservavano le viscere dei corpi mummificati, a rappresentare il contenuto sfumato ma a tratti visibile della rabbia della creatura umana, ciò che noi stessi abbiamo in panza.La creatura umana che meglio viene identificata dal neonato, venuto fuori dal suo uovo come un bocciolo dischiuso, ma che già racchiude in sé i tratti della sua malvagità.Infine il vecchio saggio, il Maestro che dall'alto del suo piedistallo predica la luce del maligno, spandendo la sua oscurità in ogni anfratto e infernale vestibolo.Creature piccole quelle di Spatola ma simbolicamente incisive.Al contrario, al primo piano, Andrew Demets, rappresenta forme giganti ( come il capo ligneo all'ingresso) o a dimensione, proprio come in Intersezioni a Squillace lido, significando, soprattutto, con la lavorazione della materia, l'inevitabile disfacimento che attende ogni essere umano.La comunicazione spaziale, ovvero, la disposizione di tali figure nelle sale del museo, dava la sensazione di esseri vivi, erranti, ma profondamente statici. Una visione tecnica ma non reale. In sostanza, uomini orientati ad una prospettiva fasulla, ignoranti di sé e dell'altro sul palco della vita.Giganti, gnomi o creature mostruose ma pur sempre uomini contemporanei (mutaforma) pertanto, malvagi, chiusi nel piccolo mondo del loro ego, statici e senza ampie visioni del mondo.La città di Catanzaro rappresenta magistralmente al Marca questa realtà sullo sfondo della bellezza scultorea di Francesco Jerace, di quella pittorica di Mattia Preti e di altri rinascimentali degni di lode.Beatrice e Dante, la Madonna di Ginestra con bambino, Eraclito e Democrito contro Lui, l' impenetrabile, orrendo, controverso Mostro Contemporaneo.
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