Pomodorini d' Inverno

04.01.2022

Era un maggio temperato dell' anno appena trascorso. Gli ortolani di casa cominciavano ad estirpare gramigna e trifogli invadenti che con la loro persistenza invadevano ogni area umida del terreno coltivabile, muretti di recinzione e vialetti perimetrali.Alla fine veniva fuori, una piccola collinetta di natura spontanea, punita per la sua indomabile volontà nel crescere ove non richiesta, cosicché graziose piantine di zucchine, melanzane, fagiolini e pomidorini potessero essere disposti in file ordinate lungo tutta l' area dell'appezzamento coltivabile.< Che persistenza perbacco! Che voracità di vita questa erbaccia! Un po' come succede nella natura umana...espansione e forza si concentrano in elementi infruttuosi, incapaci di donare la loro dote innata>.Pensieri intimi del bracciante che ara.Ricominciavo così anche gli esperimenti da little grower (coltivatore minimo), iniziati circa due anni fa con il sito naturacircolare.com e continuato poi con Marina di Bruni Impresa Civile ( la galleria di riferimento di questo blog) che trovate su GoogleMap.La premessa era semplice: minimizzare gli spazi ed implementare la crescita dell' ortaggio.Il primo esperimento, relativo ad un pomodoro Belmonte, riuscì. Piantumai Re Pomodoro in una vecchia latta d' olio, profonda abbastanza da far allungare le radici quanto basta. Il terriccio utilizzato, bio al 100%, era una fantastica miscela di organico vegetale, fondo di caffè e cenere proveniente dal rogo della potatura stagionale. Venne fuori un Belmonte medio-grande che produsse tra Agosto e Settembre circa 15 pomodori. Chiaramente nel mese di Settembre la pianta seccò, molto molto lentamente.Re Pomodoro per quanto fruttuoso aveva comunque goduto di uno spazio ampio tutto suo e la latta ( un bidoncino da 25 L.) mi sembrò ancora troppo grande.L'anno appena trascorso fu il turno di una piccola fila di pomodorini in un classico vaso da fiori orizzontale,con una profondità decisamente limitata rispetto a quanto il pomodoro richieda solitamente. Delle canne comuni molto sottili li avrebbero costretti ad arrampicarsi, anziché a scendere troppo in profondità e, con un reticolo fatto a spago, le piantine, forse, avrebbero sviluppato la voracità e l'invadenza di una robusta pianta rampicante, fruttando un numero superiore di pomidorini.Premetto: partenza da seme, gemme sviluppate in vasetti piccoli, picchettatura in vaso lungo da balcone e fissazione al reticolo di canna e spago. Il pomodorino molto lentamente cominciò la sua crescita imperitura. Acqua due volte al giorno, terriccio speciale e azoto per la respirazione del terreno di tanto in tanto.La piantina si allungò, fiori e fogliame in abbondanza ma di pomodorini neanche l'ombra...passò luglio,passò agosto, ma di piccoli bozzoli....niente!Sotto i nostri occhi un po' distratti, un po' stupefatti, la piantina secca faceva spazio a nuove piantine che continuarono ad arrampicarsi.< Ma che stai facendo?> mi chiedevo ogni volta che osservavo l'ultimo frutto del mio esperimento...(" I jetti ' a lu pede", traduzione corrente, hai il gettito al piede...ehmm si disse agli alberelli che davano nuove vite).I primi pomodorini nacquero in ottobre. Al mattino, aprendo le ante del balcone che da sul terrazzino, era la prima cosa che amavo scrutare. < Bene...di grazia ci fa l'onore>.Era un piccolo grappolo di tre pomidorini, al quale si aggiunsero altri due grappoletti nei giorni successivi.Verdi, lucidi, perfettamente sferici, Fantastici! Ora mancava solo qualcosa...un piccolissimo particolare...attenderne la maturazione.Inutile specificare che le confezioni di pomodorini acquistate da agosto a novembre furono diverse e mi fecero apprezzare le coltivazioni in serra come non mai. A novembre inoltrato i grappoletti assunsero un bel colore arancio e poi un rosso vivo, preludio del loro sapore intenso e della tonicità della loro polpa.Infine Dicembre, pioggia moderata e temperature medio-basse sino alla settimana scorsa, qualche alito di tramontana dalla Sila Piccola e felini già pronti alle schermaglie amorose del mese di gennaio.Ma essi persistevano. Attenzione, non gramigna, non trifoglio, nessuna tra le erbacce infestanti... ma dei pomodorini, pomodorini next generation, resistenti e resilienti.Attualmente adorni di fogliame, un fiore e un altro grappolo di due pomidorini perfettamente integri, guardano impertinenti i timidi raggi di sole del mese di Gennaio.Cos' altro attendere da Madre Natura, forse un cambiamento climatico che accompagni uno sviluppo agricolo del tutto biologico, al netto dell'uso di qualsiasi prodotto nocivo, uno < Sviluppo Sostenibile> come spesso viene chiamato quel passo avanti del genere umano non gravoso per l'ambiente circostante.O forse, nel catastrofismo più bieco, un caotico ciclo naturale, in cui la scansione dei mesi non è fine a nulla se non a ricordarci che comunque, sulle nostre spalle, il tempo passa e nessuno lo fermerà mai.Pomodorini d' inverno. Certo è scontato, li mangiamo anche d' inverno come zucchine, melanzane e peperoni. Ma pomodorini che, fuori dalle serre, sfidano le intemperie e il calo delle temperature per comunicarci che ce la fanno lo stesso, è stupefacente. < Guardatemi, sono qui, sono Pomodorino, un ortaggio senza tempo e senza stagione, il vero Re delle vostre insaziabili tavole>.
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