Sono cuoco o ballerino?

10.04.2022
Il megaposter di Rino Gaetano che all'entrata della città di Crotone recita < Crotone, dove il cielo è sempre più blu> trova scogli molto alti, quando si tratta di fotografare la cittadina per ciò che è, grigiastra, spoglia, di piccola portata. La capitale del Marchesato, disconosciuta da istituzioni e stato, inglobata in una cappa caotica di voci inascoltate ma ancora capace di mantenere un buono standard di ospitalità e intrattenimento o di stupire per le sue gesta gloriose (O Magna Kroton), esige di sicuro più attenzione e salvaguardia, a dispetto dei detrattori.A proposito di storia e di magna magna...il lungomare offre la possibilità di una bella passeggiata nei mattini soleggiati e di un gradevole, fresco pranzetto di pesce in locale storico di Crotone ( ben 60 anni di attività) dal nome Gambero Rosso.Un signore di nome Peppino Mendicino lo mette sú in un mattino soleggiato e da allora il locale sembra rimanere immortalato in un quadretto in cui un pescatore è lì per pescare polpi e spigole e incappa nell' unico gambero rosso del golfo.Con molta pazienza e fatica, Peppino lo manda avanti guadagnando il favore di personaggi illustri e di una larga cerchia di turisti stranieri che negli anni 70 popolava le nostre coste, inaugurando un ondata emigratoria senza precedenti ( un po' le prospettive lavorative, un po' le teutoniche bionde...).Vinse la gara regionale per la migliore zuppa di pesce che gli garantì la presenza sulla guida Michelin e mandò avanti il locale, tra alti e bassi, tra riconoscimenti ed eventi nefasti, come quello del corto circuito che lo mandò in fiamme, oltre che un famiglione con undici figli a carico.Finché un giorno decise di lasciarlo in gestione. In questi anni, il giovane Sergio, ultimo degli undici figli partiva per la Germania, cominciando una carriera calcistica e inaugurando una serie di altri tentativi in giro per il mondo, soprattutto Europa e Canada. In Ottawa visse tre anni ed ebbe modo di partecipare ad un catering in Quebec con alti rappresentanti delle autorità, in veste di cuoco.Ma il viaggio decisamente più eccitante fu in Grecia, dove cominciò a ballare e dove, coinvolto in uno striptease dagli amici, con sinuose movenze, fece innamorare la futura moglie, Tessy.La carriera di ballerino non finí lì e continuò, girovagando, fino a fargli guadagnare il nome d'arte Sergio Mendez (alias Mendicino).Ma presto, il soldato Mendez venne richiamato dal maggiore-capo Peppino e, prima, che anche questa carriera potesse prendere il volo, dovette prendere in mano il timone della nave, mettendosi a capo del locale al posto di Peppino, ormai stanco delle diatribe con gestori e clienti schizzinosi.Da allora, Sergio e Tessy gestiscono il Gambero Rosso dove si possono degustare le sue ottime " alici arriganate" alla cutrunise , la cui ricetta, gelosamente custodita dalla mamma, veniva tramandata a lui, la zuppetta di cozze, lo spaghetto al Gambero Rosso e diversi prodotti a km zero che provengono dai suoi appezzamenti coltivati e uliveti.Sergio conserva uno spirito giovane benché sia anche buon padre di famiglia, le due figlie, una studentessa e una modella, all'occorrenza danno una mano.Si bea delle vecchie glorie ma senza adagiarsi sugli allori, fa girare Fred Bongusto e salsa latina,con estro mi parla della sala da thè e del suo olio d' oliva. Un cappellaio matto dalla personalità esplosiva, pieno di idee e con tanta voglia di fare.Poco, semplice ma buono, questa la filosofia culinaria di Sergio, che offre nelle mattine assolate, un gradevole pranzo sul mare, un lieve refolo di brezza e una bella storia da raccontare a chiunque abbia voglia di ascoltarla.
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